Durante le sedute di investigazione, è sicuramente di fondamentale importanza eseguire registrazioni vocali tramite apposita apparecchiatura, per la possibile identificazione di anomalie audio, quali gli ormai noti EVP.
Con l’avvento delle nuove tecnologie, siamo passati dai vecchi registratori a bobina a comodi registratori digitali di dimensioni estremamente ridotte, di costo decisamente inferiore e quindi alla portata di tutte le tasche. I registratori vocali digitali di ultima generazione, hanno di norma una capacità temporale di registrazione relativamente breve, anche se è importante notare come, con l’ausilio delle innovative tecniche di miniaturizzazione, è stato possibile immettere sul mercato prodotti con una sempre maggiore capienza.
Visto l’utilizzo prevalentemente non professionale, di queste apparecchiature, una delle tecniche utili per l’aumento delle capacità di registrazione intrinseche dello strumento, è stato quello dell’utilizzazione di compressione software MP3 del materiale audio registrato.
L’ MP3 (ovvero MPEG1-Layer3) è un formato audio digitale molto compresso, tale da poter essere scaricato velocemente da internet. Questa compressione, che non comporta alcuna conseguenza in termini di qualità del suono percepibile da orecchio umano, si ottiene sfruttando l’algoritmo MPEG 1 Layer-3. Questo algoritmo sfrutta in parte la ridondanza informativa dei dati (meccanismo usato dagli algoritmi di compressione tipo ZIP) ma soprattutto le teorie della psicoacustica (elimina cioè i suoni che vengono coperti da altri in quell’istante e tutti quelli che sono su frequenze non percepibili dall’orecchio umano). In pratica se una volta un minuto di suono in qualità Cd 44.100kHz, stereo a 16 bit occupava circa 10 MB ora con la codifica Layer 3 – sempre conservando la stessa qualità – si può ottenere una riduzione fino ad un fattore 12 conservando praticamente inalterate le caratteristiche del suono all’orecchio umano.
Questa importante caratteristica di compressione del materiale audio, ha di contro di essere tecnicamente lossy, cioè distruttiva; come indicato in precedenza per ottenere un alleggerimento della quantità di megabyte occupati dal registrato, vengono completamente eliminate le frequenze che di norma non sono udibili ad orecchio umano, cancellando in questo modo anche il range di frequenze che potrebbero contenere possibili EVP.
Ricordiamo che storicamente gli EVP, prevedono una maggiore presenza all’interno del range di frequenze riconosciute come infrasuoni (approssimativamente inferiori a 20 Hz ossia 20 vibrazioni al secondo).
In base all’esame dell’analisi spettrografica del prodotto vocale umano è ad esempio molto facile identificare come intere zone compresse dal codec MP3 vengano a scomparire:
Utilizzo Griglia Laser nelle indagini paranormali
Tra i vari strumenti che attualmente il mondo del Ghost Hunting internazionale utilizza per la rilevazione di possibili fenomeni paranormali, troviamo l’uso della griglia laser. Si ritiene che il passaggio di una possibile entità di fronte al complesso disegno di una griglia laser proiettata al buio, su superficie omogenea e possibilmente piana, ne possa influenzare e modificare il disegno rendendo quindi visibile la possibile anomalia; grazie a questa metodologia ne potrà anche essere registrata la presenza da eventuali videocamere. Di norma il colore più usato per il raggio è il verde con un disegno a griglia in punti il più completa possibile, lasciando quindi meno spazio tra ogni punto. L’ emissione del raggio, è quasi sempre data dall’uso di uno strumento a forma di penna comprensivo di più testate di ricambio (utili per alterare la forma del disegno proiettabile) e da un pulsante centrale che ne permette l’attivazione temporanea.
Per poter mantenere attivo il raggio risulta purtroppo necessario mantenere premuto il pulsante di attivazione ed è per quest’ultimo motivo ed anche vista la difficoltà nel mantenere un puntamento e posizionamento continuo e stabile, è consigliabile l’acquisto di un treppiede per uso fotografico che ne favorisca posizionamento e pressione continuata del bottone di accensione del raggio. E’ anche possibile ottenere un risultato simile con una semplice molletta per panni che potrà contemporaneamente tenere premuto il pulsante di accensione e posizionare semplicemente la penna.
Il raggio emesso dallo strumento è di forte intensità e questo equivale ad un’ importante consumo di batterie (normalmente mini stilo AAA); per questo motivo consigliamo l’utilizzo di batterie ricaricabili possibilmente di lunga durata
E’ altresì estremamente importante non puntare il raggio direttamente negli occhi a causa dell’ intensità del raggio che potrebbe causare problemi seri alla vista.
Una volta caricato e settato il laser ed posizionato il relativo supporto, è necessario a questo punto puntarlo direttamente sul hot spot desiderato facendo inoltre attenzione a regolare correttamente il disegno della griglia in modo da riprodurre un puntamento come da foto allegata.
Esistono differenti linee di pensiero sull’utilità effettiva di questo strumento, durante un’investigazione paranormale. Una parte dei Ghost Hunters ritiene di poter identificare e registrare possibili ombre che interferiscano con il disegno della griglia stessa su di una superficie omogenea, che al passaggio di un qualsiasi corpo tra la penna e la parete, ne provoca un’alterazione del disegno.
Un’altra parte di investigatori ritiene che sia possibile registrare fondamentalmente il passaggio di possibili anomalie composte da particelle (nebbia o fumi), che vengono facilmente identificate dalle alterazioni del disegno.Tra i vari strumenti che attualmente il mondo del Ghost Hunting internazionale utilizza per la rilevazione di possibili fenomeni paranormali, troviamo l’uso della griglia laser. Si ritiene che il passaggio di una possibile entità di fronte al complesso disegno di una griglia laser proiettata al buio, su superficie omogenea e possibilmente piana, ne possa influenzare e modificare il disegno rendendo quindi visibile la possibile anomalia; grazie a questa metodologia ne potrà anche essere registrata la presenza da eventuali videocamere. Di norma il colore più usato per il raggio è il verde con un disegno a griglia in punti il più completa possibile, lasciando quindi meno spazio tra ogni punto.
Registrare in MP3 o WAVE
Durante le sedute di investigazione, è sicuramente di fondamentale importanza eseguire registrazioni vocali tramite apposita apparecchiatura, per la possibile identificazione di anomalie audio, quali gli ormai noti EVP.
Con l’avvento delle nuove tecnologie, siamo passati dai vecchi registratori a bobina a comodi registratori digitali di dimensioni estremamente ridotte, di costo decisamente inferiore e quindi alla portata di tutte le tasche. I registratori vocali digitali di ultima generazione, hanno di norma una capacità temporale di registrazione relativamente breve, anche se è importante notare come, con l’ausilio delle innovative tecniche di miniaturizzazione, è stato possibile immettere sul mercato prodotti con una sempre maggiore capienza.
Visto l’utilizzo prevalentemente non professionale, di queste apparecchiature, una delle tecniche utili per l’aumento delle capacità di registrazione intrinseche dello strumento, è stato quello dell’utilizzazione di compressione software MP3 del materiale audio registrato.
L’ MP3 (ovvero MPEG1-Layer3) è un formato audio digitale molto compresso, tale da poter essere scaricato velocemente da internet. Questa compressione, che non comporta alcuna conseguenza in termini di qualità del suono percepibile da orecchio umano, si ottiene sfruttando l’algoritmo MPEG 1 Layer-3. Questo algoritmo sfrutta in parte la ridondanza informativa dei dati (meccanismo usato dagli algoritmi di compressione tipo ZIP) ma soprattutto le teorie della psicoacustica (elimina cioè i suoni che vengono coperti da altri in quell’istante e tutti quelli che sono su frequenze non percepibili dall’orecchio umano). In pratica se una volta un minuto di suono in qualità Cd 44.100kHz, stereo a 16 bit occupava circa 10 MB ora con la codifica Layer 3 – sempre conservando la stessa qualità – si può ottenere una riduzione fino ad un fattore 12 conservando praticamente inalterate le caratteristiche del suono all’orecchio umano.
Questa importante caratteristica di compressione del materiale audio, ha di contro di essere tecnicamente lossy, cioè distruttiva; come indicato in precedenza per ottenere un alleggerimento della quantità di megabyte occupati dal registrato, vengono completamente eliminate le frequenze che di norma non sono udibili ad orecchio umano, cancellando in questo modo anche il range di frequenze che potrebbero contenere possibili EVP.
Ricordiamo che storicamente gli EVP, prevedono una maggiore presenza all’interno del range di frequenze riconosciute come infrasuoni (approssimativamente inferiori a 20 Hz ossia 20 vibrazioni al secondo).
In base all’esame dell’analisi spettrografica del prodotto vocale umano è ad esempio molto facile identificare come intere zone compresse dal codec MP3 vengano a scomparire:
FORMATO WAVE
COMPRESSIONE MP3
Le analisi spettroacustiche su un campione vocale a 44.100Hz,16 bit, mono e sullo stesso campione vocale convertito in Mp3 mettono in luce la ragione dell’alleggerimento in Mb. Ciò avviene perché l’analisi iniziale mette in luce un numero di armoniche che nel formato Mp3 scompaiono completamente.
Ne risulta che l’analisi spettroacustica di un campione vocale in Mp3 è falsata sia in termini di struttura armonica che di segnale aperiodico. La stessa risultante può venire applicata anche alle frequenze esterne quali gli infrasuoni e gli ultrasuoni.
In definitiva si sconsiglia vivamente l’utilizzo della compressione audio MP3 nei materiali audio,che dovranno essere esaminati per la ricerca di possibili EVP.