Nel bunker tedesco

Il gruppo Ghost Finder ha condotto un’indagine esplorativa nel bunker di Anchiano, a Borgo a Mozzano (LU), con il supporto di Luciano, storico e guida ufficiale della struttura (che ringraziamo in primis per averci accompagnato nella struttura) e che possiede una conoscenza approfondita del bunker, essendo esperto di tutti i dettagli storici relativi alla sua costruzione e al suo utilizzo durante la Seconda Guerra Mondiale. È ben informato sugli eventi accaduti nel bunker, sulle persone che vi hanno lavorato e sui dettagli legati alla sua struttura. Grazie al suo contributo, abbiamo avuto una panoramica completa e autentica del contesto storico del bunker, elemento fondamentale per il successo dell’indagine.

Condizioni Operative e Logistica dell’Indagine

L’indagine è stata eseguita nelle ore serali e notturne per ridurre al minimo possibili interferenze esterne, come il traffico e altre variazioni di campo elettromagnetico. Il bunker stesso, con le sue pareti spesse e il design isolante, contribuisce a schermare naturalmente le influenze esterne, minimizzando le alterazioni dei campi elettromagnetici, delle vibrazioni e dei rumori che potrebbero compromettere l’accuratezza delle letture.

Strumentazione Tecnica e Metodologia di Rilevazione

Nel corso dell’indagine, abbiamo utilizzato diversi strumenti per rilevare eventuali anomalie fisiche o paranormali. Paola e Steve, membri del team, hanno collaborato all’uso dei seguenti dispositivi:

  • Misuratore digitale di campi elettromagnetici, vibrazioni e pressione: questo strumento avanzato è stato utilizzato per monitorare in tempo reale variazioni nei campi elettromagnetici e nelle condizioni circostanti.
  • Cat Ball: posizionata in punti specifici, questa sfera reattiva alle vibrazioni è stata utilizzata per rilevare eventuali spostamenti anomali causati da presunte energie senzienti.
  • K-II Meter: strumento fondamentale nel ghost hunting per rilevare le variazioni elettromagnetiche, impiegato come base per il monitoraggio delle aree interne del bunker.

Paola e Steve hanno inoltre condotto un esperimento volto a verificare l’abbassamento della temperatura ambientale, chiedendo direttamente alle presunte energie presenti di interagire. Durante questo test sono stati rilevati cali graduali di temperatura, che però potrebbero avere una spiegazione naturale: il calo delle temperature notturne e la ventilazione proveniente dalle uscite secondarie del bunker. Questi fattori permettono infatti il passaggio di correnti d’aria fredda, causando un ulteriore raffreddamento nelle ore più tarde.

Rilevazioni e Anomalie Strumentali

Nonostante la plausibile spiegazione per il calo termico, poco dopo l’inizio dell’indagine sono stati riscontrati dati strumentali anomali in più aree:

  • Elettromagnetico: oscillazioni irregolari rilevate dal misuratore di campi elettromagnetici.
  • Pressione: alterazioni di pressione nell’ambiente circostante, rilevate con il misuratore digitale, che potrebbero suggerire cambiamenti temporanei nella densità dell’aria.
  • Vibrazionale: registrazioni di vibrazioni significative, rilevate sia dal geofono del dispositivo digitale sia dalla cat ball, che indicano anomalie consecutive e contemporanee, in assenza di movimenti esterni percepibili.

Considerazioni Finali e Sensazioni dei Partecipanti

Paola, la cui sensibilità particolare è di grande supporto nelle indagini, ha riportato alcune percezioni rilevanti durante la sessione. Tali impressioni vengono incluse nel resoconto come arricchimento delle rilevazioni strumentali e delle analisi effettuate:


Non potevo davvero immaginare come ci si sarebbe sentiti a trascorrere più di 23 ore in un bunker della Seconda Guerra Mondiale, per non parlare di viverci e dormirci per settimane o mesi, potendo uscire solo per una breve pausa una o due volte al giorno.
Dopo appena 2 ore nel bunker ero già stanca e avevo mal di testa.

Appena entrata, ho potuto sentire e poi percepire una presenza nascosta dietro i ruvidi angoli di pietra, che mi osservava con curiosità.
Era un giovane soldato tedesco, non ancora diciannovenne, ma già un cecchino molto esperto.
“Un tiratore scelto”, mi ha detto!
Non gli piacevano gli italiani, e ancora meno gli inglesi! Gli ho spiegato che ero scozzese, e questo lo ha incuriosito, perché non aveva mai incontrato uno scozzese!

Con la sua energia, mi ha trasmesso un’idea di cosa significasse per lui vivere in quel bunker giorno dopo giorno, raccontandomi persino quale fucile usava: una “K98”.
Era un maestro della sua arte e poteva colpire un bersaglio fino a 1.000 metri di distanza.

Mi parlava anche delle nicchie presenti su ogni lato del bunker, dove tenevano le munizioni.

Durante l’interazione con questo spirito, il nostro equipaggiamento e gli oggetti di attivazione (i “trigger”) si sono illuminati più volte a comando.
È stata una serata molto interessante.

Il pomeriggio del 10 giugno 1940, con un discorso a Piazza Venezia, Mussolini dichiarò che l’Italia sarebbe entrata in guerra.
L’alleanza con la Germania terminò nel 1943, dando inizio agli ultimi sedici mesi di guerra: mesi difficili, segnati da stragi e bombardamenti, fino alla liberazione il 25 aprile 1945.

Siamo nel 2024 e, tuttora, si percepiscono attività e energie residue nel bunker della Seconda Guerra Mondiale di Anchiano, Borgo a Mozzano.
Grazie alla nostra guida, il vicepresidente Luciano Pieroni, e al Comitato per il Recupero e la Valorizzazione della Linea Gotica.

– PAOLA –

Anomalie strumentali e non acquisite durante l’indagine

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