I ghostbusters al castello di Sannicandro in cerca di fantasmi

Articolo pubblicato il 3 luglio 2018 su Il quotidiamo di Bari

I ghostbusters al castello di Sannicandro in cerca di fantasmi

C’è chi crede alle altisonanti promesse elettorali dei soliti politici, chi invece crede negli spiriti, nei fantasmi, quest’ultimi da preferire ai primi in quanto, non potendo essere eletti ,non creano  danni ad un’intera collettività. Battute a parte, la storia che ci accingiamo a narrare ci porta, come con  una sorta di macchina nel tempo ,addirittura in pieno Rinascimento, e riguarda la storia di una bellissima gentildonna sannicandrese di nome Mencia.

Premessa: ci sono molti motivi per visitare il castello normanno – svevo di Sannicandro di Bari, in quanto magnificamente ristrutturato e sede di frequenti ed importanti manifestazioni culturali che costituiscono il vanto della attuale amministrazione comunale  , che patrocina volentieri, grazie alla passione non solo politica ma anche culturale dell’assessore Gianfranco Terzo, mostre ed eventi di grande spessore.

Pochi sanno, però, che il castello della ridente cittadina pugliese a pochi km da Bari , è noto fra gli studiosi del paranormale per essere uno fra i manieri italiani che vanta un discreto numero di apparizioni di fantasmi , e nello specifico del fantasma della bella Mencia e del suo perduto amore, un giovane ufficiale spagnolo.

La storia terrena di questa affascinante e giovane donna risale , stando alle cronache, al 1540; lei, contesa tra i notabili del luogo per la sua eleganza ed il suo fascino, si innamorò perdutamente di un ufficiale spagnolo, di bell’aspetto  ma squattrinato, finendo per fuggire con lui dopo aver rubato una somma di denaro utile a coprire le spese della vita in fuga. Catturati dopo poco entrambi, e giudicati per il crimine commesso, a Mencia fu fatta grazia della vita, mentre l’ufficiale spagnolo fu giustiziato mediante impiccagione sotto gli occhi dell’amata. La bella Mencia, persa la voglia di vivere, dopo poco subì passivamente l’imposizione del matrimonio con un vecchio notabile arido e crudele, che la sottoponeva a maltrattamenti di ogni sorta e la picchiava ogni giorno, tanto da provocare  le quotidiane urla di dolore e disperazione della sua sposa, udibili dai compaesani di passaggio. Presto Mencia decise di concludere la sua vita disperata e senza amore, e pose fine ai suoi giorni ingurgitando del veleno.

Da allora, e fino ai nostri giorni, è accaduto spesso che sui camminamenti del castello, o nelle sale più nascoste e riservate, Mencia sia apparsa nitidamente ai visitatori, in abiti riconducibili all’epoca in cui visse e con le orbite scure e vuote, alle volte in compagnia del suo amato ufficiale spagnolo col collo ancora segnato dalla corda a cui fu appeso. E’ addirittura accaduto, si mormora, che Mencia sia pure intervenuta per evitare che un ospite del castello, inciampato in un gradino, cadesse e si facesse del male, essendosi sentito l’esterrefatto visitatore saldamente afferrare per un braccio dalla donna che lo ha repentinamente posto in salvo. Alle apparizioni della dama e del suo amante, inoltre, si sommano i gemiti e le urla di dolore che sovente si sentono provenire durante la notte dal castello (fortificazione che sorge nella zona medioevale di Sannicandro e fu eretta  nel 916), riferibili, stando ai si dice, alle sofferenze maritali inflitte alla povera Mencia, che ancora oggi il suo fantasma rivive.

Insomma , fra apparizioni, suggestioni acustiche, cali repentini ed inspiegabili di temperatura e strane alterazioni del campo elettromagnetico rilevate in passato, il castello di Sannicandro di Bari si inserisce a pieno titolo nella hit dei manieri infestati più interessanti d’Italia, tanto da aver sollecitato l’interesse di una squadra di noti ghostbusters nazionali che nella prossima metà di luglio, in due o tre riprese, effettueranno nel castello rilevazioni sofisticate per accertare le presenze dei due succitati ectoplasmi, e occorrendo, degli altri ospiti impalpabili delle notti sannicandresi.

Il lavoro degli “acchiappafantasmi” sarà, purtroppo, off limits per i tanti curiosi, come chi scrive, che vorrebbero assistere alla ricerca delle anime in pena presenti nel maniero, ma i risultati delle rilevazioni saranno sicuramente resi presto noti e formeranno oggetto di seria casistica sulla questione delle presenze paranormali. La materia è indubbiamente affascinante, e conta sicuramente molto più interesse di quanto non si voglia ammettere, a dispetto della facile ironia e dello scetticismo a oltranza di chi nega ciò che non può vedere, e perde l’occasione per sognare l’esistenza di orizzonti e confini molto più vasti di quelli noti alla nostra mente, forse un poco limitata.

Piero Ferrarese

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